Mordersi i denti
corona l’indagine poetica di Marco Ciabini-Brandolini sullo straniamento fonosimbolico del linguaggio. Predicando l’urgenza del ritorno all’oralità dell’evento poetico, la silloge impone al lettore l’abbandono del mutismo della lettura mentale: leggere a mente una poesia vuol dire imprigionarla, castrarla nel silenzio dei pensieri. Al contrario, occorre scatenarne la musica e il canto, vagando alla ri-scoperta dei rumori ancestrali della lingua, quasi sempre profanati e fatti tacere dal trito uso quotidiano. Ogni scelta lirica è dunque dettata dal bisogno d’un abbraccio primordiale con le radici musicali della parola. Non vi è altra via alla rivoluzione del suono, ostaggio del “senso”; solo così il significato può cessare d’essere “sasso in bocca al significante”. Ripartendo dalle lezioni di C. Bene e G. Deleuze, Mordersi i denti
si concentra sulla deliberata forzatura della morfologia e della semantica, per disimparare la lingua materna e divenire “stranieri nel proprio idioma e nella propria letteratura”. Anti-canzoniere, la raccolta custodisce le sperimentazioni adolescenziali dell’autore, abbracciando un periodo che va dal 2019 al 2023. Tra breakcore e V. Chlebnikov, da Strindberg all’ayahuasca, la silloge si impone come baluardo del massimalismo lirico, jam session acida e manierista post-punk.
Marco Ciabini-Brandolini
è nato nel 2004 a L'Aquila. Drammaturgo e poeta, studia Storia dell’Arte a Parigi presso la Sorbona. Dopo una serie di apparizioni su riviste poetiche e premi letterari, pubblica nel 2024 la sua prima silloge dal titolo Mordersi i denti.
Acquista in preordine